Nei tre giorni che precedono l'Epifania, a Premosello Chiovenda e nella frazione di Colloro, si ripete il millenario rito della Carcavegia. Una tradizione dalle origini antichissime e dai significati misteriosi, che qui rivive nel suo spirito più autentico.
Annunciati dal suono dei campanacci, i ragazzi del paese portano in giro i fantocci del vecc e della vegia, questi pupazzi di legno e paglia hanno la faccia rivolta all'indietro. La sera della vigilia i due fantocci vengono condannati al rogo e bruciati assieme ai rami raccolti dai giovani del paese nei giorni precedenti.
Così in una fredda sera di gennaio le fiamme dei falò riscaldano e rischiarano il buio della notte. I fantocci del vecc e della vegia bruciano nel rogo mentre il greve e cupo suono del corno si mescola con quello metallico ed ossessivo dei campanacci.
Mentre le ultime fiamme illuminano la notte di Premosello la festa continua intorno al fuoco mentre a Colloro la manifestazione prosegue al circolo che accoglie tutti coloro hanno ancora voglia di festeggiare diventano partecipi di questo momento intenso in cui presente e passato si fondono come per magia. La ricorrenza ha assunto rilievo per la sua simpatia e per i cerimoniali che la accompagnano.
Le origini
Pare che questa manifestazione sia legata a riti di origine celtica. In particolare, fuochi propiziatori venivano accesi nel periodo del solstizio d'inverno per invocare la benevolenza del Dio Belen oppure per scongiurare le avversità .
Sito Comune di Premosello Chiovenda
Ultima modifica 23/12/2019 ore 09:41